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About il "caso" Noah Kalina

1 aprile 2011
Stavolta parlo di uno sconosciuto che quasi sicuramente conoscete tutti: Noah Kalina. So che ne hanno già parlato in tantissimi, ecc. pazienza.
Fotografo newyorkese di 31 anni che per 6 anni si è scattato un autoritratto al giorno, raggruppano il lavoro nello slideshow che potete vedere cliccando qui sopra, accompagnato dalla stupenda musica di Carly Comando.

2356 giorni, corrispondenti a 2356 immagini. 18913119 visualizzazioni a questo momento. Centinaia di articoli in tutto il mondo, un sito internet, migliaia di commenti e di fan in tutti i social network, i Simpson lo hanno citato (consacrazione ultima). Un lavoro ancora in corso. C’è chi parla di “visione quasi metafisica”, chi nota la sua posizione immobile, da statua, davanti al passare degli anni (dai 20 ai 26 non è che proprio sia un cambiamento epocale…), chi lo definisce “genio” e buonanotte al secchio.

Io ho visto il video e sinceramente mi sono stupita quando, ricercandolo su Google, ho scoperto che è un professionista (qualunque cosa ciò significhi nel 2011), che fa pure dei servizi interessanti e ha una buona base culturale. Mi chiedo quanti siano andati a cercare notizie su di lui prima di definirlo “genio”, ma va bhe… Me ne sono stupita perché credevo di stare osservando il classico “buddy” con tendenze un po’ ossessive ed ego riferito che faceva un esperimento divertente e se ci fa pure su dei soldi – mi son detta – buon per lui! Ma se io prendo una singola di quelle fotografie, senza pensare a tutto il resto, cosa vedo? Un ragazzo che si è autoritratto con una macchina fotografica, intuisco la stagione dell’anno dal colletto della maglietta/maglione/camicia, lo sfondo di un ambiente lavorativo, piuttosto che casalingo. Nient’altro. Mi si risponde “Anna ma tu sbagli, ci sono progetti artistici che vanno valutati nella loro totalità, giudicarne una singola parte sarebbe come giudicare un romanzo leggendo una pagina a caso.”. Non concordo e non trovo calzante l’esempio: è vero non posso giudicare un libro da una pagina, come una foto da un pixel, ma posso tranquillamente dire se uno scrittore mi piace o meno leggendo una sola sua opera e non 15. E se quell’opera per “stare in piedi” ha bisogno delle altre 14, bhe c’è qualcosa che non va… Comunque, ammettiamo pure il ragionamento del guardare il progetto (che parola inflazionata però…) nell’intero, mi rimangono dei dubbi… Se io ogni giorno per 6 anni cucino e mangio il filetto al pepe verde, questo fa di me una grande cuoca o una grande gastronoma o esperta di carni? Se io ogni giorno annoto che tempo fa e descrivo le mie sensazioni rapportate alle condizioni meteo, questo fa di me una grande scrittrice? Adesso non vorrei metterla giù troppo spessa, ma tempo fa avevo scritto un articolo su una designer che faceva gioielli con il ghiaccio: incastonava cubetti in fili d’oro, naturalmente il ghiaccio si scioglieva in poco tempo e rimaneva il supporto. Ora, se io sono un fruitore d’arte mi aspetto da un gioiello che sia un gioiello, è quasi una questione di onestà ontologica (l’ho scritto veramente!), non che sia del ghiaccio che si scioglie e “mi riflettere su quanto sia effimera la vanità”; così da una foto mi aspetto che sia una foto non che qui hai la barba e nella foto dopo no. Niente a che vedere, per esempio, con il lavoro che fa Cristina Nuñez con l’autoritratto.
Poi è pure interessante riflettere sul fatto che quasi 20 milioni di persone l’abbiano guardato: fanno più impressione i suoi 6 anni di autoscatti di un minuto al giorno, che i 12 anni che ha impiegato Proust per scrivere la Ricerca del tempo perduto oppure le 3 ore che Stieglitz passò nel 1893 sotto una tempesta di neve nella Fifth Avenue per scattare la celeberrima Winter on Fifth Avenue.
La mia non vuole essere una provocazione (non sono provocatoria, sono diversamente ironica), vorrei davvero confrontarmi con voi su questo tema. Chi passa ogni tanto di qua sa che non amo la fotografia perfetta tecnicamente ma sterile, solo che sono ancora legata all’idea che l’artista non è uno che fa cose strane, tanto per farle, è… chi è l’artista? Scusate le tante parole e i tanti puntini…

N. Kalina, dalla serie Scenes
N. Kalina, dalla serie Scenes
N. Kalina, dalla serie Portraits

From → Penso

19 commenti
  1. Amica grazie mille per il complimento…anche una zitella acida come me arrossisce!
    Ti ringrazio molto mi ha svoltato il sabato!

    La Zit

  2. Adoro adoro ADORO il tuo sarcasmo e la tua autoironia: 6 veramente fiqua!

  3. C'è un motivo particolare per cui hai scelto di parlare di lui e non dei molti altri progetti simili che si trovano su youtube?
    A me sembra semplicemente una cosa che la gente fa. Anche interesssante in alcuni casi: 1- le foto dei bambini che crescono 2- il giorno in cui qualcuno porterà avanti un progetto come questo fino alla morte. A meno di non iniziare discorsi su cosa è arte e che prezzo dargli. O di cercare chi ha inventato questa idea e decidere che lui è un genio e gli altri no.

  4. Sì c'è un motivo particolare: il numero gigantesco di visualizzazioni, il fatto che sia il caso più famoso e poi il fatto che sia un professionista, uno che vive di fotografia. Credo che il suo scopo sia proprio quello di continuare fino alla morte. Mettiamo che sia stato proprio lui a inventare questo “progetto”: è un genio? Dimmi la tua opinione.
    Grazie di essere passato su About Marco, benvenuto!

    Anna

    P.S.: ho visto dal tuo blog che conosci (non so se personalmente) Daniele Tamagni: grande fotografo e persona davvero umile

  5. io son un pò ignorante in materia, anzi togliamo il “un pò” sono del tutto ignorante, posso solo darti la mia idea a riguardo:
    credo che qui l'arte non stia nella fotografia ma nel mostrare l'evoluzione, il cambiamento che una persona subisce nel tempo.. alla fine non ho dato importanza a questo video, è vero che le visualizzazioni son molte ma è anche vero che la fortuna che ha avuto è stata opera di internet e del fatto che dura solo 5 minuti, uno lo vede e pensa “ma guarda questo! che idea geniale, poi ci pensa bene e dice: questo a farsi una foto al giorno ha una costanza da matti.. e forse un pò matto lo è anche…”
    non la vedo come un'opera d'arte ma vedo questo video come un semplicissimo video frutto di anni di impegno… ^_^

  6. A parte che secondo me non esistono ignoranti in questo ambito, se non chi si proclama “esperto” per certi versi…
    Punto di vista interessante, sì la sua costanza è stata pazzesca, però per esempio, se lui si fosse fotografato sempre alla stessa ora nello stesso posto avremmo visto anche il cambiamento ambientale, urbano, ecc. Non so pi ci penso più qlcosa non mi convince…

    Anna

  7. Se l'ha inventato lui ha avuto un'ottima idea… mmm “genio” sembra eccessivo eh, però “idea geniale” ci potrebbe stare.

    Ma adesso è diventata una cosa che fanno in tanti; così tanti che esiste questo: http://www.theapplelounge.com/cultura-societa/arte/everyday-app-una-foto-al-giorno/

    Quindi è una roba che uno ha iniziato a fare ma poi ha preso piede (un po' come l'effetto Dragan per esempio). Alcune di queste cose, viste a decenni di distanza caratterizzano l'estetica di un periodo. Come certi disegni di T-shirt e copertine di dischi anni '70. La differenza è che è aumentato di brutto il numero di grafici, fotografi, videomaker che producono roba.

    P.S. Daniele l'ho sentito solo per e-mail ma credo di averlo visto a una conferenza del premio Canon qualche anno fa. Credo che tu conosca moooolti più fotografi di me.

  8. Bhe non avevo pensato alla capacità di questi esperimenti di diventare stereotipi estetici di un'epoca… Mi piace parlare con te/con voi!

  9. Anna, varrebbe la pena di leggere il tuo post già solo per la locuzione “diversamente ironica”… quanto al progetto mi ricordo che in un libro di Pennac, credo “Signor Malaussene”, un bambino veniva fotografato ogni giorno per tutta la vita dai genitori per montare le immagini in un “Film Unico”, quindi l'idea tanto originale non è. credo che il punto sia che tutti, fotografi pro e dilettanti, si stiano focalizzando molto (o troppo? boh…) sui “progetti”. Credo, me lo ha insegnato Fulvio Bortolozzo, che un fotografo lo valuti dalla capacità di costruire una serie e poi uno stile, che è poi quello che, se valido, ne fa un fotografo. Un buon progetto non basta.

  10. 🙂 Grazie!

    Ho letto quel libro, ma non mi ricordavo questa cosa, forse l'ho rimossa, bho…
    Sicuramente Fulvio dà insegnamenti saggi, però qui mi chiedo, anche ammettendo che l'idea progettuale sia importante, qui c'è? Per me un progetto è una cosa che ha un inizio, uno svolgimento e una fine, qui il progetto è: “mi faccio una foto al giorno per 6 anni, magari di più, magari per tutta la vita”… mi viene da dire: “e quindi?…” Però davvero non voglio essere polemica, cerco solo confronto

  11. Trovo questo lavoro interessante, sopratuttto per il suo potenziale sviluppo (lungo una vita), ma non molto di più. Mi sembra continui la tradizione dell'autoscatto declinata con le tecnologie attuali. E' un progetto? bisognerebbe intendersi cosa si vuol dire con progetto. Sono diverse le possibili definizioni e si rischia di rispondere ognuno con la propria e ciao a capirsi. Progetto é una parola che sta diventando un ombrello sotto il quale metterci un pacco d cose. Per cui…
    Il lavoro però resta interessante.
    marco

  12. Ma quanti Marco ci sono nei commenti a questo post? E dicono tutti cose interessanti 😉

  13. e se poi ritornano ad aggiungere commenti il tutto si complica ulteriormente!
    Sostanzialmente condivido la tua diffidenza, o come minimo, le riserve sulla valenza artistica del progetto. A me sembra sostanzialmente un time-lapse distribuito su un arco molto ampio di tempo, e ormai di time-lapse ce n'è su qualunque soggett. Quali sono arte e quali no? non ho una risposta e se qualcuno ce l'avesse…

  14. bhe lì mi incasino proprio… 😉

    Già… il punto è proprio quello

  15. I confini dell'arte sono slabrati, se si considera l'arte come fenomeno sociale (e per me vale questo). Se si considera come fenomeno economico i confini si definiscono un po meglio (ma non mi interessa). Per cui anche qui, le definizione sarebbero necessarie. Ma tant'è proviamo a farne a meno. Personalmente trovo questo lavoro interessante perchè con questo taglio, cioè una lunga sequenza temporale, mi sembra anche tra i primi. E' un esempio di come un “creativo” (virgolettate, virgolettate…) può far funzionare le sue sinapsi in modo interessante, ma non mi da altri spunti, se non la sequenza temporale, e mi pare poco per strapparmi i capelli. Lascerei occuparsi di arte i mercanti, sebbene oggi parlare di arte sembra necessario e indispensabile quando si tocca il visivo, l'immagine, la fotografia.
    Preferisco parlare di direzione e intensità creativa.
    Ma se ne può discutere, per carità.
    marco

    Una domanda tecnica. Ma come si fa a mettere il link al proprio nome, così almeno si sa che marco sono?

  16. Effettivamente non avevo mai pensato all'arte così esplicitamente come pure fenomeno sociale, slegato dalla componente puramente estetica, qualunque cosa si intenda per estetica, ma è un discorso enormemente gigantesco. Anche a me cq piacciono molto i concetti di direzione e intensità creativa.

    Per mettere il link, qui sotto, dove c'è scritto “commenta come” puoi scegliere quale link inserire, oppure, se non si riesce, metti direttamente il link nel tuo prossimo commento

  17. Interessante anche vedere come NESSUNO abbia commentato le foto alla fine del post, dello stesso Noah Kalina e che secondo me sono di tutto rispetto. Forse ha creato un video talmente “virale” che catalizza a tal punto l'attenzione…

  18. A me la foto dell'orso piace un bel po'.
    E l'avevo anche già vista da qualche parte. Ma chissà dove.

  19. mah, non credo alla potenza virale di quel video, semmai al fatto che di quello si parlava. Le foto, interessanti…bisogna vederne qualcuna in più. E si va a cercarlo.

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