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In medio stat GBG

17 gennaio 2015

Oggi non sapevo bene di cosa scrivere. Poi ho letto questo articolo di Sara Munari e ascoltato l’intervista a Maurizio Garofalo, che potete vedere nel video.
Mi sono sembrate due posizione agli opposti: mentre il secondo afferma che non è possibile formulare regole e canoni per fare il photo editor, la prima (photo editor) schematizza in alcuni punti i “parametri” che utilizza per giudicare una foto e quindi ciò in cui si esplica il suo lavoro.
Non “sto” da né da una parte né dall’altra ma trovo davvero interessanti entrambi i punti di vista e vi consiglio di prendervi un po’ di tempo per leggere/ascoltare i contributi.
Ciò che mi ha particolarmente colpito, però, è Berengo Gardin (e non voglio soffermarmi ora su quanto sia discusso questo personaggio) che, durante l’intervista ogni tanto comincia a scattare o si alza per cogliere un particolare punto di vista, come un bambino completamente assorbito dal suo gioco. Un gioco a cui lui si dedica da 50 anni… Ecco forse la sua è la risposta migliore.
In medio stat GBG.

I wrote this article only in italian because both of the article and video nominated are in italian language.

 

From → Penso

2 commenti
  1. Ciao Anna, hai scritto un post che spinge a riflettere. Mi sono sempre chiesta (da semplice amatrice) in che modo va fatto l’editing. Cosa mi spinge a selezionare certe immagini e ad escluderne altre. Cosa mi spinge a disporle secondo un certo ordine, da sole oppure in coppia. Ci penso sempre, ma non trovo mai delle risposte certe. Credo che, fino ad ora, io abbia selezionato le mie fotografie per una sensazione di “pancia”, che magari é anche il frutto della combinazione dei parametri elencati da Sara Munari, ma che per me rimane un processo in gran parte inconsapevole, istintivo. Entrambi i punti di vista sono interessanti e offrono spunti di riflessione notevoli. Personalmente, peró, mi trovo piú in sintonia con le parole di Maurizio Garofalo secondo il quale “l’editing non é fatto di codici, di norme, di regole da applicare ma é un mix di culture e di competenze … tutto quello per cui ti sei formato finisce lì dentro”.

    • Io sinceramente credo che la regola 0, anche se nessuno dei due la pronuncia, ma di fatto la incarna, sia che il fotografo e il photo editor non possono essere la stessa persona, soprattutto nessuno dovrebbe essere il photo editor di se stesso. Anche lo scrittore più bravo e autocritico non corregge da solo le sue bozze, semplicemente perchè… non vede i suoi errori 😉 Poi in un lavoro come quello del fotografo, in cui c’è un messaggio che deve essere comunicato a qualcuno, il parere di un “esterno” è fondamentale.

      Grazie per il tuo commento e benvenuta!

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