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Daniele Cascone

5 ottobre 2012

D. Cascone, “The Photographer”, 2011

Subisco una sorta di innamoramento immediato nei confronti di alcuni fotografi, ancora più forte quando sento di doverne parlare sul blog.
Di Daniele Cascone mi ha colpito dapprima l’ironia, ma poi, osservando meglio, ho colto una sorta di “paura del vuoto” e della solitudine.

D. Cascone, “The Equilibrist”, 2008

Noto la sua coerenza nel, per esempio, non mostrare il volto delle persone, nell’uso del b/n e nel giocare con gli oggetti.
Vedo nel suo stile echi di Rodney Smih, Roger Ballen e Irving Penn, che non significa “copiare”, ma “averlo nel DNA”. Magari sbaglio e vedo solo io queste ispirazioni.
Lui fa quel tipo di fotografia che nasconde quanto sia difficile da realizzarsi, ti porta in un’altra dimensione e non è facile da trovare in Italia.
Questi sono pensieri random che ho riguardo alle sue fotografie e so che mi piacerebbe lavorare con un fotografo così. Non so spiegare meglio perchè.

P.S.: Ieri sono stata all’inaugurazione della mostra-evento “Back Home”, di cui ho scritto i testi e confermo che la differenza tra vedere le foto sul pc e dal vivo è quella che c’è tra ascoltare un cd e andare a un concerto.

D. Cascone, “I remembre (wish you were here)”, 2008

I feel like I’m falling in love immediately with some photographers, even stronger when I decide to talk about one of them on the blog.
At first sight, Daniele Cascone strucks me with his irony, but then, looking better, I caught a sort of “fear of emptiness” and loneliness.
I notice his consistency, for example, in masquerading the faces of the people, using b/w and playing with objects.
I see in his style echoes of Rodney Smih, Roger Ballen and Irving Penn: that doesn’t mean “to copy”, but “have in the DNA.” Maybe I’m in wrong and I’m the only one that sees these inspirations.
He’s the kind of photographer that hides how difficult is to take these pictures, that brings you into another dimension and it isn’t easy to find in Italy.
These are random thoughts I have about his photographs and I know that I like to work with a photographer like this. I can find a better way to explain the raison.

D. Cascone, “Empty”, 2009

PS: Yesterday I was at the opening of the exhibition-event “Back Home”, whose I wrote the texts and confirm that the difference between seeing the pictures on your computer and live is the one that is between listening to a CD and go to a concert.

D. Cascone, “Patricius”, 2010

D. Cascone, “The wait III”, 2012

D. Cascone, “Face down (home to Daniil Charms)”, 2012

D. Cascone, “Anna Karenina”, 2012

From → Penso

10 commenti
  1. Anche io adoro i lavori di Daniele, ho visto immediatamente in lui un maestro che vorrei poter avere… sono soprattutto affascinato da alcune delle sue idee. Trovo ad esempio estremamente profonda l’immagine che hai utilizzato in apertura dell’articolo, il fotografo (falso, forse?) che si nasconde dentro una “grande formato” che in realtà serve solo a pilotare l fucile per sparare al tremendo fiore. Posso solo definirla geniale.

    • Grazie per il commento, Marco. Pensa che io invece lo interpreto come: il fotografo deve nascondersi dentro il grande formato perchè il fiore lo “spaventa” con la sua bellezza!

      Anna

  2. sono una più bella dell’altra, davvero molto bravo!

  3. Che bella scoperta il tuo blog e quello che scrivi. Grazie

  4. Bellissimo… e mi capita molto raramente di pensarlo!

  5. bello, non conoscevo questo fotografo

  6. Considering that I can genuinely relate to all
    the challenges with the offset printing community, I actually have found it to be more tedious than expected to locate unique and informative blogs like yours
    – Daniele Cascone Anna Mola.

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  1. Daniele e Anna | Pendolante

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